martedì 24 giugno 2014

little things make me happy

Serate in compagnia di qualche birra e amici sorridenti. Serate calde, odore di spensieratezza ovunque. Serate vissute tra sigarette e scoppi di risate, un po' in piedi e un po' seduti dove capita. Serate rivelatrici, la luna splende alta e ci protegge col suo fascio argentato e ci fa stare tutti un po' più vicini. E piove, su queste serate, quello sguardo. Chiaro. Mi sembra di leggerci dietro indulgenza e dolcezza. Sono degli occhi che mi hanno colpito forte al petto. Guardano senza arrendersi, penetrano e si radicano ben profondamente. Infondono sicurezza, lasciano che ti siedi comoda e a tuo agio davanti a loro. Non hanno la presunzione di chiedere. Ma donano molto.
Inatteso, è arrivato di soppiatto alle spalle questo senso di divertimento leggero e piacevole. Ha bussato timidamente alle spalle, mi ha fatto girare verso di lui. Ha abbozzato un sorriso e ha iniziato a parlarmi di piccole cose quotidiane e storielle reali. Cose inutili. Ma belle da gustarsi e a cui replicare con altrettante cose futili. Un divertimento leggero, ma pieno di energia, da sangue che pulsa forte nel corpo e ti dà la forza per erigere un sorriso incredibilmente bello, che infonde ancora di più calore sulla pelle. Brevi frasi. Poche. Silenzi. Di nuovo parole. Sguardi.

E occhi, che restano in un piccolo antro della mente, un po' più in disparte adesso, ma che vegliano su ogni cosa. Sono onnipresenti, mi colgono impreparata e mi accecano, irrompendo con balzi leggiadri. Sorrido di questo mio tornare bambina, del meravigliarmi di qualsiasi cosa. Anche di questo sguardo genuino.

domenica 15 giugno 2014

Selfie a parole: contraddizioni interne

C'è sadismo in ogni approccio di dolcezza. C'è masochismo in ogni atto di altruismo. Qualcosa arriva, qualcosa si perde nelle pieghe stropicciate della vita. Qualcosa tenta di resistere, è disposto a subire i rimodellamenti necessari per poter ancora sperare di avere qualcosa in cui sperare. E' disposto a cambiare lineamenti, contorni e tenta anche mutamenti nelle impalcature interne. Sarà veramente possibile quest'ultimo cambiamento, oppure è giusto un'ennesima illusione fra le tante? Purtroppo, la risposta arriverà troppo tardi, aspetta che il percorso venga iniziato e ormai sia irremovibile, per manifestarsi. C'è poco da fare. Tocca saltare: o sei pronto a volare, o neanche avrai il tempo di ascoltare il tuo stesso tonfo.

Io non ho pazienza. Io non riesco ad aspettare, a calcolare con freddezza i dati che mi arrivano dall'esterno. Io pulso. Brucio tutto nel giro di pochi istanti: le parole, i gesti, le attenzioni. La vita mi scorre addosso direttamente, come se non avessi pelle che mi fa da filtro. Tutto mi attraversa, tutto mi modifica. Un lungo respiro nel mondo, inspirazione e subito dopo espirazione. Questo sono. Faccio a botte con i compromessi e le mezze misure, sebbene sappia a mente fredda capire che sono le uniche tappe possibili per raggiungere l'altro. La mia insicurezza mina le basi del mio essere, che ha sempre bisogno di aggrapparsi ad un nuovo equilibro, istante su istante. Quindi necessito di reazioni immediate che mi tengano a galla. Testarda però, le reazioni devono essere come io le ho pensate. L'imprevisto mi affascina, quello che manca mi distrugge. Basta poco per detronizzare le mie speranze, basta un soffio di vento per far cadere nell'oblio il mio nido intrecciato di morbidi fili di sogni e bei pensieri. Sono forte e debole allo stesso tempo.
Non ho pazienza. Non riesco a rassegnarmi nell'esatto attimo di disperazione. Incespico nell'indecisione, continuo a brancolare disperdendo energie, per neanche muovermi d'un passo in realtà.
Ma... trovo riposo poi:  una parola esatta, una poesia, un tono di voce melodioso, un gesto compiuto con eleganza, uno sguardo dolce. La bellezza mi distende, disperde i miei foschi pensieri e annienta il mio pessimismo esistenziale. Intuisco inconsciamente un buon motivo per essere qui, in questo mondo, in questo anno e in questo attimo. la bellezza. Il dolore che si trasforma in arte. La perdita che trova un po' di consolazione in essa. Della bellezza non sarò mai sazia, anche se qualche volta è successo che mi trapassasse con così tanta intensità da farmi mugolare di dolore e gioia insieme, da stordirmi e farmi sorridere dentro lacrime calde, veramente tanto salate.
Poco importano allora il sadismo ed il masochismo. Di fronte alla bellezza, posso accettare di patire tutto. Accetto i dolori più grandi, i sogni più belli che si sono infranti, le certezze false e date per scontate che sono state sradicate via dalla mia vita. Per quella sensazione di pienezza e vita e luce, racchiusa in un guizzo di bellezza, mi sento così piena di voglia di vivere che non riesco più a dire "non ce la faccio". E' un gioco perverso, forse al massacro, ma finchè c'è bellezza probabilmente c'è speranza. Malconcia, affamata, incredula, picchiata e derubata, scottata e straziata...torno a credere, ad avvertire un calore dolce nel cuore (che non controllo, è un lampo, come una molla scatta, tac!) che mette le radici, cresce e produce i frutti della speranza, quando mi ritrovo davanti a microcosmi che racchiudono un sentimento sterminato di bellezza.


La bellezza è la mia salvezza.