mercoledì 20 febbraio 2013

Love will tear us apart

Fabrizio una volta mi ha detto che avrei sofferto, perchè gli altri non mi avrebbero capito, sarei rimasta distante per la sensibilità che mi porto nel cuore, che è un peso grave sulle mie membra. Fabrizio aveva ragione.
La voglia di piangere mi scioglie lo stomaco, ma non è abbastanza forte per potermi liberare. Così mi resta un leggero movimento alle viscere che mi fa rabbrividire, facendomi sprofondare sempre di più nella malinconia.
Non voglio che il mio unico conforto sia un libro, un oggetto inanimato che non è capace di ridere di rimando alle mie risate o piangere insieme a me. Eppure... Proprio così è.

Darei la mia anima, forte e mutilata, per potermi abbassare e non lasciarmi sfiorare da certi pensieri che invece mi sconquassano, e tornare fra e braccia di tutti loro, dei miei coetanei, di mio padre e della mia leggerezza. Purtroppo l'essere rari, sopravvivere a certi eventi porta dietro di sè, fedele come un'ombra, un'enorme solitudine. Un'enorme incomprensione che mi pare una montagna insovrastabile. Purtroppo, l'essere forti rende un sacco deboli, un sacco insicuri dentro di sè.
Se parlo dentro di me c'è il rimbombo, le parole vagano nella prateria bruciata dei miei anni, si assimilano al vuoto che sento dentro di me, infinito e incancellabile.

Una parola, un gesto, un odore, mi rievocano ricordi color seppia, appartenenti a una vita congelata, lontani anni luce da me ma che non riesco a lasciare. Perchè, quei ricordi sono i mattoni di questo mio corpo, di questo mio animo che non trova pace o consolazione.

mercoledì 6 febbraio 2013

"Tienile queste cose, son preziose. Vedrai come ti farà piacere rileggerle"

Adesso ho capito. In questo istante quello che dovevo capire mi ha folgorato la mente e mi è ricaduto addosso il caldo del campo, i ghiaccioli che ci tiravamo, l'odore della polvere della palestra a San Lino. Quelle lettere. Quelle storie che mi ha allungato timidamente durante dialoghi fatti di brevi parole, troppo vergognose per uscire con facilità dalla sua bocca.
Eravamo piccoli, io un anno meno di lui. Ma davvero, io ora mi rendo conto che il suo amore era veramente qualcosa di stupendo. Così innocente e puro, con le guance arrossate e gli occhi abbassati. Dio mio, la meraviglia di quel momento durato anni mi sta colando addosso e mi abbraccia. E quel suo dolore che io ho alimentato, quelle speranze che tenevano duro nel suo cuore e non si arrendevano.
Quelle lettere, quelle storie.
Sì, quelle storie che ha inventato per me, per provare a farmi capire quanto mi volesse bene, quanto avrebbe voluto avermi. Ma solo per contemplare, per accarezzare piano e con curiosità quello che bramava con forza bambinesca. Quell'amore casto. Avevamo, quanto?, 11, 12 o 13 anni, no?
Ma quanto sei stato dolce con me? Volevo parlare non chiamandoti in causa, usando la terza persona singolare, ma non ci riesco.
Quei piccoli messaggi, quel "ti amo" con cui rispondevi al mio "ti voglio bene", quelle piccole cose buffe che ti inventavi... I lieti fini che ti inventavi e racchiudevi in fondo alle tue storie, che mi dichiaravano il tuo amore. Oddiomio. Scusa ma le emozioni mi dilaniano e i ricordi sono vento meraviglioso alle porte del mio cuore. Non posso fare altro che goderne.
Quanto amore entusiasta che eri disposto a regalarmi!
Quante cose taciute e dette con gli sguardi, quanti periodi senza parlarsi, quanti altri invece ne abbiamo passati a stare seduti su quel materassino all'angolo a vedere gli altri che correvano (avremmo dovuto correre anche noi,sai!?) e a parlarci di qualsiasi cosa, ogni pensiero che ci passava per la testa era una farfalla che dovevamo far volare fra noi. E mi sorridevi e ti sorridevo, ma quanto erano diversi i nostri sorrisi. I miei sono sempre stati un po' timorosi, per la paura di illuderti. Anche i tuoi erano timorosi, per la paura di innamorarti ancora di più. E soffrire ancora di più.
Dire che ti ho voluto bene sarebbe banale. Ma viene dal cuore, sai? E dal cuore viene anche un grazie che è grande quanto l'universo, davvero.

...E sì... Le ho ancora tutte con me, non una si è persa fra la strada del tempo.