venerdì
7 gennaio 2011:
E camminare leggeri
come gatti, sulle punte per non fare rumore e impaurire nessuno, per adagiarsi
tra qualche piccola gioia che ha gli occhi velati di lacrime, in mezzo a questa trincea quotidiana.
Questo è l'unico modo per sopravvivere; rischiando ed amando.
lunedì 3 gennaio 2011
alle ore 21.21:
La prima sigaretta del 2011 mi ha raschiato un po' la gola. Era il tocco e
tutti stavano urlando dentro la festa. Io sono sgusciata via e ho sbattuto la testa contro il cielo,ostinatamente
silenzioso. Forse qualcuno in chissà quale parte di universo stava osservando
la costellazione dell'Orsa Maggiore avanzare,proprio come me, con una sigaretta
in mano e un vuoto incolmabile dentro. Sei arrivato alla fine, 2011. Dobbiamo conoscerci
ancora, ma ho la strana sensazione che tu sia una fottuta copia del tuo
vecchio,il 2010: ancora avaro di amore.
giovedì
30 dicembre 2010:
L'innocenza può
rimanere immacolata fino a quando non la si riconosce,fin quando si manifesta
con la forza dell'anonimato. Appena la facciamo esitere e cerchiamo di sfiorarla,essa cessa di respirare
e muore in un urlo disperato di silenzio.
mercoledì
29 dicembre 2010 alle ore 11.48:
Mi guardo dietro alle spalle e vedo una bambina con un bellissimo vestitino
rosso,in piedi, che mi guarda diffidente; tiene le spalle un po' ricurve e il suo sguardo non mi dà pace. L'ho
delusa, non sono diventata ciò che lei sognava tanto. E adesso mi vede, che mi
dimeno fra errori e incertezze, errare senza meta senza credo senza
personalità. La sua bellissima e vasta fantasia non avrebbe mai potuto
concepirlo. Ho rinunciato a sogni e desideri, non ho combattuto per vivere come
volevo e lei mi guarda, con la delusione che si impadronisce dei suoi
meravigliosi occhioni. Vorrei poterla abbracciare e implorarle perdono ma un
muro invisibile ci separa.
...Questo è l'errore più atroce, più ignobile: mi sono dimenticata di
quella bambina dagli occhi color del mare, di quali fossero i suoi grandi
progetti per il futuro, l'ho lasciata appassire dentro me. Mi ritrovo adesso a
scongiurare imprecando di poter tornare indietro, quando ancora quella bambina
correva per i prati e rideva di niente e il suo cuore era una gazzella
impertinente. Ma non ottengo risposta; rimango qui, in un angolo buio di questa
cantina ammuffita a uccidermi ancora un po'.
martedì 28 dicembre 2010
alle ore 19.57:
Dove sono tutti i tuoi insegnamenti, maestro, adesso che l'amore è quasi
un'utopia;
dove li metti i tuoi dotti calcoli ed i tuoi stronzi metodi quando dentro
ci si prosciuga per le troppe lacrime? Forse, hai troppo poco insistito sulla
passione del presente e ti sei nascosto fra le appassite date di tempi che non
torneranno più. Insegnami adesso a marcire nella mia incapacità di vivere,
maestro, e affoga lentamente nei tuoi errori dai quali cerchi di scappare con
vigliacca miopia.
Fa freddo. Nel cuore e
nell'anima.
Chiedo un po' di pace, ma Dio, tutto è congelato. Spifferi crudeli e
pungenti di ricordi mal celati mi invadono la cavità profonda della speranza
facendola morire ancor prima che abbia potuto avere il tempo di sbocciare. C'è solo ghiaccio dentro di me. Freddo e sterile ghiaccio.