Non vorrei sempre portarmelo appresso, a volte vorrei esserne libera: scorrazzare per piccoli sentieri da sola,senza la presenza di questo sentimento sempre avvinto a me. Mi piacerebbe assaporare molte cose senza la sua ombra. Ma nutro il sospetto che sia una parte di me inscindibile. Forse, senza di lui, non sarei io così.
Sarei altro,
Le mani un poco mi tremano.
Ho tanti pensieri in testa, Che si confondo e si fondono tra di loro, originando bizzarre chimere mai viste prime. Vorrei che in situazioni come queste ci fosse un'azione ben precisa che disinnescasse tutto questo lavorio di testa, Non so, per esempio chiudere gli occhi, fare due respiri e...ecco fatto, tutto si dissolve. La mente non deve più crogiolarsi in vicoli ciechi. Sarebbe bello, avere il controllo di sè, Potersi davvero fermare, chiudere la strada ai pensieri, disconnettersi da soli. Riavviarsi.
Mio Dio, sto davvero invidiando i computer?
Ma cosa posso fare...mi ritrovo su percorsi che ho già affrontato, sia mentalmente che realmente. Ma in realtà non c'è davvero un bel niente che è simile a qualcosa. Ogni esperienza diventa unica, sebbene coincida il suo destino con altre già passate. Ma sto cercando di stupirmi e mettermi a freno, cerco di fare uno sforzo. Vorrei poter di nuovo ripiombare in un un grembo pacato e stabile: mi accorgo che è una stupidaggine, non sarebbe per davvero così. Dovrei tapparmi gli occhi per vederlo e percepirlo in questa maniera. E che paradosso è vedere una cosa con gli occhi chiusi, sfrattati dal trono che gli spetta?
Mi bruciano gli occhi. mi bruciano le labbra. Non ho lasciato tregua nè agli uni nè alle altre.
Faccio un respiro profondo. A farmi compagnia solo la lancetta dei secondi, che inarrestabile schiocca perpetuamente, Mi fa quasi stare meglio, la sua continuità mi distende. Niente strappi, niente aspettative deluse: continua il suo inutile tragitto quella lancetta, che ha la grande responsabilità di scandire la mia vita e quella di chiunque ci entri in contatto. Ma lancetta non ha cervello e impulsi nervosi, non sente il peso di questa responsabilità.
Ma cosa posso fare...mi ritrovo su percorsi che ho già affrontato, sia mentalmente che realmente. Ma in realtà non c'è davvero un bel niente che è simile a qualcosa. Ogni esperienza diventa unica, sebbene coincida il suo destino con altre già passate. Ma sto cercando di stupirmi e mettermi a freno, cerco di fare uno sforzo. Vorrei poter di nuovo ripiombare in un un grembo pacato e stabile: mi accorgo che è una stupidaggine, non sarebbe per davvero così. Dovrei tapparmi gli occhi per vederlo e percepirlo in questa maniera. E che paradosso è vedere una cosa con gli occhi chiusi, sfrattati dal trono che gli spetta?
Mi bruciano gli occhi. mi bruciano le labbra. Non ho lasciato tregua nè agli uni nè alle altre.
Faccio un respiro profondo. A farmi compagnia solo la lancetta dei secondi, che inarrestabile schiocca perpetuamente, Mi fa quasi stare meglio, la sua continuità mi distende. Niente strappi, niente aspettative deluse: continua il suo inutile tragitto quella lancetta, che ha la grande responsabilità di scandire la mia vita e quella di chiunque ci entri in contatto. Ma lancetta non ha cervello e impulsi nervosi, non sente il peso di questa responsabilità.
Forse è una di quelle cose che mi può vedere come un teca, dove resta avvinghiato un languore che splende.
Grazie, relatività: mi fai passare da invidiare un computer ad invidiare un'esile lancetta di un comunissimo orologio da muro.
Grazie, relatività: mi fai passare da invidiare un computer ad invidiare un'esile lancetta di un comunissimo orologio da muro.