Io voglio innamorarmi, magari di te. Ma dimmi, che futuro
abbiamo? E’ un mondo libero, sì, ma tra me e te ci sono chilometri e io ho
bisogno di un’altra pelle a cui aggrapparmi, capisci? E tu fisicamente non ci
sei, non puoi esserci. Non te ne faccio una colpa, sento solo che è un
impedimento, che mi verrebbe a costare molto. Vorrei, vorrei tanto. Perché vedo
che vuoi cogliere quei miei sorrisi luminosi, vedo che lo fai per me, non per
te stesso. So che vuoi ch’io sia felice e mi allacci le tue braccia sulla
schiena, mi osservi, con calma e dolcezza. Che ti posso dire, io? Sono troppo
debole, mi reggo a stento sulle gambe. Ho bisogno di un’altra presenza al mio
fianco, intendo proprio fisicamente, vicina e definita, così che se sposto
leggermente la mano riesca a sfiorare il tessuto della sua maglietta e dirmi
dentro, dopo un attimo interminabile di panico “sì, è qui, c’è sempre”.
E se ti vedo, sento ribollire le pareti del cuore e scende in profondità un liquido squisito di emozione. E ti sorrido e tu mi sorridi, con la tua solita tranquillità, mentre io invece mi divincolo, cerco di sfuggire al mio stesso guinzaglio. Ma cosa pensi di me? Che ne dici di accogliermi nel tuo stomaco, e addomesticarmi lì dentro di te? Scioglimi questi miei nodi, io sento che tu puoi farlo. Puoi fare di tutto tu. Mi sai di uno di quegli unguenti che placano il bruciore della ferita fresca. Spalmati interamente su di me, assopisci questi nervi contratti, rabbiosi. Insegnami come cazzo si fa a essere tranquilli così, a vivere così, come fai tu. A ridere e volermi bene come fai, nonostante tu sappia che cos’altro stia facendo. Spiegami quel tuo tono profondo, pacato che però pulsa di emozione. Sei un dolce meditatore che ha assorbito la calma dell’universo, che mi sorride mentre è all’interno di un luogo che sta rovinando tutto intorno a lui. E mi inviti a stare lì con te, con quel sorriso antico, di chi la sa lunga ma non vuole farla pesare. Stronzo, mi pesa comunque. Perché io mi muovo caoticamente, meno botte a destra e a manca, impianto casini qui e metto bombe di là, senza capirci assolutamente nulla.
Ma quando torni? E perché ho deciso di farci del male così gratuitamente? Ehi, però questa volta è colpa tua, anche. Tu mi hai detto “Allora tagliamoci” quando io ti ho detto “sarà una lama a doppio taglio”. Mi hai chiesto di lasciarti un posto, tra le mie altre cose. Ma non lo sai che se lascio uno spiraglio nella Grande Muraglia Interna metto a rischio l’intera impalcatura del cuore?
Ma sì. Tu tutto questo lo sai. Succederà anche a te. L’hai accettato e correrai il rischio, insieme a me.
Va bene. Dammi il tempo di provare ad assimilare tutto.
E se ti vedo, sento ribollire le pareti del cuore e scende in profondità un liquido squisito di emozione. E ti sorrido e tu mi sorridi, con la tua solita tranquillità, mentre io invece mi divincolo, cerco di sfuggire al mio stesso guinzaglio. Ma cosa pensi di me? Che ne dici di accogliermi nel tuo stomaco, e addomesticarmi lì dentro di te? Scioglimi questi miei nodi, io sento che tu puoi farlo. Puoi fare di tutto tu. Mi sai di uno di quegli unguenti che placano il bruciore della ferita fresca. Spalmati interamente su di me, assopisci questi nervi contratti, rabbiosi. Insegnami come cazzo si fa a essere tranquilli così, a vivere così, come fai tu. A ridere e volermi bene come fai, nonostante tu sappia che cos’altro stia facendo. Spiegami quel tuo tono profondo, pacato che però pulsa di emozione. Sei un dolce meditatore che ha assorbito la calma dell’universo, che mi sorride mentre è all’interno di un luogo che sta rovinando tutto intorno a lui. E mi inviti a stare lì con te, con quel sorriso antico, di chi la sa lunga ma non vuole farla pesare. Stronzo, mi pesa comunque. Perché io mi muovo caoticamente, meno botte a destra e a manca, impianto casini qui e metto bombe di là, senza capirci assolutamente nulla.
Ma quando torni? E perché ho deciso di farci del male così gratuitamente? Ehi, però questa volta è colpa tua, anche. Tu mi hai detto “Allora tagliamoci” quando io ti ho detto “sarà una lama a doppio taglio”. Mi hai chiesto di lasciarti un posto, tra le mie altre cose. Ma non lo sai che se lascio uno spiraglio nella Grande Muraglia Interna metto a rischio l’intera impalcatura del cuore?
Ma sì. Tu tutto questo lo sai. Succederà anche a te. L’hai accettato e correrai il rischio, insieme a me.
Va bene. Dammi il tempo di provare ad assimilare tutto.
Anzi.
Non darmi niente, vieni subito qui, iniziamo, finiamo,
collassiamo insieme, siamo fortemente instabili. Ma sorridimi, come fai sempre,
con quel tuo solito sorriso indulgente.
Al mio Ale.
(mi sento di troppo a commentare questa bellezza, ma tutto quello che scrivi mi fa da toccasana. Sei forte chiurbs!!!!!!! )
RispondiEliminaGrazie Gine :)
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