Adesso ho capito. In questo istante quello che dovevo capire mi ha folgorato la mente e mi è ricaduto addosso il caldo del campo, i ghiaccioli che ci tiravamo, l'odore della polvere della palestra a San Lino. Quelle lettere. Quelle storie che mi ha allungato timidamente durante dialoghi fatti di brevi parole, troppo vergognose per uscire con facilità dalla sua bocca.
Eravamo piccoli, io un anno meno di lui. Ma davvero, io ora mi rendo conto che il suo amore era veramente qualcosa di stupendo. Così innocente e puro, con le guance arrossate e gli occhi abbassati. Dio mio, la meraviglia di quel momento durato anni mi sta colando addosso e mi abbraccia. E quel suo dolore che io ho alimentato, quelle speranze che tenevano duro nel suo cuore e non si arrendevano.
Quelle lettere, quelle storie.
Sì, quelle storie che ha inventato per me, per provare a farmi capire quanto mi volesse bene, quanto avrebbe voluto avermi. Ma solo per contemplare, per accarezzare piano e con curiosità quello che bramava con forza bambinesca. Quell'amore casto. Avevamo, quanto?, 11, 12 o 13 anni, no?
Ma quanto sei stato dolce con me? Volevo parlare non chiamandoti in causa, usando la terza persona singolare, ma non ci riesco.
Quei piccoli messaggi, quel "ti amo" con cui rispondevi al mio "ti voglio bene", quelle piccole cose buffe che ti inventavi... I lieti fini che ti inventavi e racchiudevi in fondo alle tue storie, che mi dichiaravano il tuo amore. Oddiomio. Scusa ma le emozioni mi dilaniano e i ricordi sono vento meraviglioso alle porte del mio cuore. Non posso fare altro che goderne.
Quanto amore entusiasta che eri disposto a regalarmi!
Quante cose taciute e dette con gli sguardi, quanti periodi senza parlarsi, quanti altri invece ne abbiamo passati a stare seduti su quel materassino all'angolo a vedere gli altri che correvano (avremmo dovuto correre anche noi,sai!?) e a parlarci di qualsiasi cosa, ogni pensiero che ci passava per la testa era una farfalla che dovevamo far volare fra noi. E mi sorridevi e ti sorridevo, ma quanto erano diversi i nostri sorrisi. I miei sono sempre stati un po' timorosi, per la paura di illuderti. Anche i tuoi erano timorosi, per la paura di innamorarti ancora di più. E soffrire ancora di più.
Dire che ti ho voluto bene sarebbe banale. Ma viene dal cuore, sai? E dal cuore viene anche un grazie che è grande quanto l'universo, davvero.
...E sì... Le ho ancora tutte con me, non una si è persa fra la strada del tempo.
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