mercoledì 15 febbraio 2012

Mattina

Ma insomma, passeggio per la via nel freddo che mi crocifigge ogni centimetro di pelle, tra la farinosa neve sporca che mi si attacca alle scarpe e ai pensieri. I pensieri non sono lineari, sono tigri che si sbranano nell'argentea luce mattutina; non restano che confuse macchie. La dolcezza mi è rimasta di traverso. La cattiveria ce l'ho sparsa su tutti i polpastrelli. E il vuoto che ho dentro non si ferma, è un motore che digerisce e brucia ogni cosa. Silenzio. Sono sola per la via, ci passo apposta: non devo confrontarmi con sguardi mattutini ancora acerbi e annebbiati.
Accendo una sigaretta. Fa male, lo so. Ma anche solo il gesto di accenderla, il primo tiro, il fumo caldo in bocca, mi danno un senso di sollievo. Come se per un piccolo momento l'alveare nel cranio si fermasse, cessasse di rumoreggiare in maniera frenetica e mi concedesse un soffio di neve fresca e pulita sulle guance. Ma un pensiero ha messo le radici ben in profondità e tira mattoni sui fili di seta dell'anima:
'Ah, dunque, che senso ha starsene assopiti in un angolo mentre tutto scorre? Greta, quando mai deciderai di essere abbastanza forte e ricomincerai a credere davvero in quello che fai?'

Greta, quando pensi di darmi delle risposte?

Sssssh... Fammi finire la sigaretta, adoro mescolarmi con la neve sporca.

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