lunedì 2 aprile 2012

Frammenti di vite passate, I


venerdì 7 gennaio 2011:
E camminare leggeri come gatti, sulle punte per non fare rumore e impaurire nessuno, per adagiarsi tra qualche piccola gioia che ha gli occhi velati di lacrime, in mezzo a questa trincea quotidiana. Questo è l'unico modo per sopravvivere; rischiando ed amando.
lunedì 3 gennaio 2011 alle ore 21.21:
La prima sigaretta del 2011 mi ha raschiato un po' la gola. Era il tocco e tutti stavano urlando dentro la festa. Io sono sgusciata via e ho sbattuto la testa contro il cielo,ostinatamente silenzioso. Forse qualcuno in chissà quale parte di universo stava osservando la costellazione dell'Orsa Maggiore avanzare,proprio come me, con una sigaretta in mano e un vuoto incolmabile dentro. Sei arrivato alla fine, 2011. Dobbiamo conoscerci ancora, ma ho la strana sensazione che tu sia una fottuta copia del tuo vecchio,il 2010: ancora avaro di amore.
giovedì 30 dicembre 2010:
L'innocenza può rimanere immacolata fino a quando non la si riconosce,fin quando si manifesta con la forza dell'anonimato. Appena la facciamo esitere e cerchiamo di sfiorarla,essa cessa di respirare e muore in un urlo disperato di silenzio.
mercoledì 29 dicembre 2010 alle ore 11.48:
Mi guardo dietro alle spalle e vedo una bambina con un bellissimo vestitino rosso,in piedi, che mi guarda diffidente; tiene le spalle un po' ricurve e il suo sguardo non mi dà pace. L'ho delusa, non sono diventata ciò che lei sognava tanto. E adesso mi vede, che mi dimeno fra errori e incertezze, errare senza meta senza credo senza personalità. La sua bellissima e vasta fantasia non avrebbe mai potuto concepirlo. Ho rinunciato a sogni e desideri, non ho combattuto per vivere come volevo e lei mi guarda, con la delusione che si impadronisce dei suoi meravigliosi occhioni. Vorrei poterla abbracciare e implorarle perdono ma un muro invisibile ci separa. 
...Questo è l'errore più atroce, più ignobile: mi sono dimenticata di quella bambina dagli occhi color del mare, di quali fossero i suoi grandi progetti per il futuro, l'ho lasciata appassire dentro me. Mi ritrovo adesso a scongiurare imprecando di poter tornare indietro, quando ancora quella bambina correva per i prati e rideva di niente e il suo cuore era una gazzella impertinente. Ma non ottengo risposta; rimango qui, in un angolo buio di questa cantina ammuffita a uccidermi ancora un po'.

martedì 28 dicembre 2010 alle ore 19.57:
Dove sono tutti i tuoi insegnamenti, maestro, adesso che l'amore è quasi un'utopia;
dove li metti i tuoi dotti calcoli ed i tuoi stronzi metodi quando dentro ci si prosciuga per le troppe lacrime? Forse, hai troppo poco insistito sulla passione del presente e ti sei nascosto fra le appassite date di tempi che non torneranno più. Insegnami adesso a marcire nella mia incapacità di vivere, maestro, e affoga lentamente nei tuoi errori dai quali cerchi di scappare con vigliacca miopia.
Fa freddo. Nel cuore e nell'anima.
Chiedo un po' di pace, ma Dio, tutto è congelato. Spifferi crudeli e pungenti di ricordi mal celati mi invadono la cavità profonda della speranza facendola morire ancor prima che abbia potuto avere il tempo di sbocciare. C'è solo ghiaccio dentro di me. Freddo e sterile ghiaccio.








1 commento: