"E' difficile spiegare quello che anch'io non so capire." (L. B.)
Ma devo parlare di quei suoi occhi enormi e belli, di quei nei e di quelle labbra, del mio brivido irrazionale se mi guarda come ha già fatto. Ho la necessità di esorcizzare quello che con coraggio mi ha sbattuto in faccia, io devo arginare e difendermi. Devo, perchè è solo uno straccio, è solo un'intuizione che non ha una forma vera e propria. Devo.
Ma lasciatemi almeno questo spazio per raccogliere una manciata di parole ed uscire da questo "devo": voglio affondare, almeno su questo schermo, il dito in questa mia piaga e lasciarla sgorgare in piena libertà, senza il peso di alcuna necessità.
C'è che amo la bellezza quando è nascosta, quando riesco a intravederla piano piano, mi piace lasciarle il tempo di manifestarsi, quando non è propriamente immediata (e magari è superficiale). Mi piace seguire le sue tracce, come un piccolo segugio, darle tempo per definire i suoi importanti dettagli, starle dietro ma senza stressarla. Non mi piace quando è sgualcita per la troppa fretta di scoprirsi. Per la bellezza ci vuole tempo, e la pazienza di non farsi bastare il primo sguardo frettoloso. La bellezza la vedo come un nucleo intimo, che sta nel luogo più riparato e protetto di ogni cosa: la bellezza sta in profondità.
La conoscenza deve calarsi quindi nei meandri di ogni suo oggetto, se vi ci vuole scorgere del bello.
Mi piace pensarmi come una pescatrice di bellezza, che paziente attenda sulla sua silenziosa barca che essa abbocchi al suo amo. E' la bellezza che viene a noi, non il contrario. Che si presenta, che si lascia vedere. Se solo glielo lasciamo fare.
E dunque, anche stavolta, l'ho trovata. Mi si è schiusa con tutta la forza e la potenza che solo la musica ha: si è manifestata magnificamente, con sguardi magnetici ed ammalianti su un tappeto di note; a tal modo da farmi vacillare, da portare il mio cervello a corrompersi e fare pensieri distorti. Lo ammetto, ho fantasticato sui suoi impulsi, ed è stato sbagliato perchè al bellezza se si cristallizza diventa qualcosa di diverso da sè; si stravolge. Perchè immediatamente lei non può che offrire un piccolo spicchio dell'oggetto ed anche di sè. Ed ecco, quindi la bellezza è intuizione, un fulmine che folgora i neuroni un attimo, ma nell'attimo dopo si estingue e non lascia che una vaga sensazione. Non si può subito poter credere di aver capito la bellezza; c'è bisogno di un altro fulmine in altro momento e in altro ambiente, e poi di un altro e un altro e un altro... Miss Beauty ha note jazz come vestiti, incomprensibili al primo ascolto, ma che ti lasciano attonito. Ed i vestiti sono solo il primo assaggio, solo la prima lieve - ma potente per te che ne benefici- scossa che può offrire. Sei disorientato, ma non è il momento di cristallizzarsi su questo primo guizzo.
Ed ecco perchè accetto con calma quegli occhi magnetici, che cerco di sminuire l'elettricità di quelle labbra oggettivamente belle che mi attrarrebbero all'istante e che hanno rischiato di farmi inciampare sul più bello. Un verde chiaro ha indirizzato lo sguardo su di me da troppo vicino, parole troppo dirette hanno trovato il modo di incunearsi nello spiraglio di una porta interna lasciata semichiusa. una camicia bianca mi ha fatto sorridere con malizia. Il resto non posso trascinarlo qui, avrebbe la meglio la prima visione fulminea e confusa di questa nuova bellezza appena scovata.
Nessun commento:
Posta un commento